Melpomene, la Musa della Tragedia

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Voglio scriverti proprio oggi, per ricordarti quello che è stato annunciato qualche musa fa. La morte, la tragedia, sono aspetti terribili della vita, certo, ma tu non sei solo/a. Mai.

Ti racconto un piccolo segreto. A me piace molto scrivere poesie ed ho iniziato abbastanza presto. Chi avrebbe mai immaginato che una bimbetta di nemmeno 5 anni avesse in mente dei versi da dedicare a Sorella Morte? Ebbene, a quella tenera età io scrissi la mia prima poesia intitolata proprio “Due novembre” La trovi qui.

Ti dico questo solo per riflettere insieme a te sui misteri dell’esistenza e su quanto diverse prospettive possano cambiare gli effetti di uno stesso evento. in questo è maestra Melpomene, considerata proprio la musa della tragedia sin dai tempi antichi.

Il suo nome deriva dal termine greco “melpo” che significa “canto” o “recitazione funebre”. Si diceva che il suo canto o recitazione avesse il potere di ispirare forti emozioni e suscitare compassione e pietà negli spettatori.

Melpomene appare come una figura maestosa e potente. Si erge in piedi con un’espressione seria e un atteggiamento regale, mentre indossa un’ampia tunica, che simboleggia sia la sua importanza sia il suo ruolo come protettrice delle arti drammatiche. Inoltre, può avere in mano una maschera tragica, che rappresenta la recitazione e l’esplorazione delle emozioni umane più profonde.

Iconografia:
L’iconografia di Melpomene varia leggermente in diverse rappresentazioni, ma ci sono alcuni elementi chiave che la contraddistinguono. La musa viene generalmente raffigurata indossando una corona di alloro o di mirto, simboli di gloria e di vittoria. Nelle sue mani può tenere una maschera tragica o un pugnale, a simboleggiare il dramma e il sacrificio necessari per portare la tragedia sul palcoscenico. A volte, è accompagnata da un trono o un piedistallo, rafforzando la sua posizione elevata tra le muse.

Simbologia:
La musa incarna l’espressione delle emozioni umane intense attraverso l’arte della recitazione drammatica. La sua iconografia riflette la solennità e la profondità delle tragedie, nonché la gravità delle emozioni che possono essere evocate dalla loro rappresentazione. La maschera tragica, ad esempio, simboleggia la doppia natura degli esseri umani e l’evocazione di emozioni come dolore, disperazione e tragedia nelle performance teatrali.

L’eredità di Melpomene si tramanda ancora oggi attraverso la sua figura divina che continua a ispirare gli artisti teatrali e drammatici.

A volte le tragedie nascondono in esse il seme di una grande rinascita, proprio come le tenebre della notte nascondono i raggi del sole per chi sa aspettare l’alba. Il video di oggi racconta proprio questo susseguirsi infinito di morte e rinascita, di buio e luce, protetto dalla divina danza della Dea Hator.

Mi raccomando, onora la morte e celebra la danza della vita!

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